In questi mesi si è parlato molto del Bonus Pubblicità 2020, e di quali spese possano rientrare o meno ai fini dell’ottenimento del credito di imposta.
Esso ha l’obiettivo di aiutare le aziende ed i professionisti a crescere utilizzando la pubblicità.
Vediamo quindi nello specifico di cosa si tratta, le spese ammesse e come farne richiesta in questo breve articolo.
Cosa è
Il Decreto Rilancio, pubblicato nella G.U. del 19 maggio 2020, prevede un credito d’imposta del 50% del totale delle spese per investimenti pubblicitari, solo se effettuate nell’anno 2020, a prescindere dal valore degli investimenti degli anni precedenti.

Il credito d’imposta è la somma che posso utilizzare per ridurre le imposte.
Facciamo un esempio pratico:
1. nella dichiarazione dei redditi 2021 devo versare 8.000 euro di imposte;
2. ho effettuato investimenti pubblicitari nel 2020 pari a 10.000 euro, che danno diritto a un credito d’imposta di 5.000 euro;
3. nel 2021 verserò 8.000-5.000= 3.000 euro di imposte.
Spese ammesse al bonus pubblicità
Le spese ammesse sono quelle relative all’acquisto di spazi pubblicitari su magazine stampati, digitali e siti internet con la fondamentale condizione che devono essere testate giornalistiche, iscritte al ROC (Registro degli Operatori di Comunicazione), con un direttore responsabile di riferimento, con i seguenti limiti:
“…Il beneficio è concesso nel limite di 40 milioni di euro per gli investimenti pubblicitari effettuati sui giornali quotidiani e periodici, anche online, e nel limite di 20 milioni di euro per gli investimenti pubblicitari effettuati sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, (MISE: e nazionali) analogiche o digitali.”
Bonus pubblicità, non rientrano nell’agevolazione
Veniamo all’aspetto piu’ importante che riguarda appunto quali sono le spese pubblicitarie che non rientrano nell’agevolazione.
Contrariamente a quello che noi tutti ci aspettavamo, soprattuto in questa epoca legata al digitale, le spese di advertising sostenute sui canali digital per eccellenza non sono riconosciute come valide.
E quindi rimangono fuori tutte le spese pubblicitarie:
● sui social media (Facebook, Instagram, Youtube, Twitter, ecc);
● acquistata attraverso gli spazi di pubblicità di Google;
● per la produzione di volantini cartacei periodici.
Come funziona la richiesta del beneficio
Ci sono due fasi distinte:
1) comunicare il totale di spesa per “prenotare” il credito d’imposta, compilando il Modello predisposto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dipartimento per l’informazione e l’editoria, tra il 1 e il 30 settembre 2020;
2) presentare la dichiarazione telematica bonus pubblicità dal 1° al 31 gennaio 2021.
Entro marzo 2021 saranno rese note le aziende ammesse al credito dal Dipartimento per l’Informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Fondatore dello “Studio Ore9”, dedicato alla tutela dei dati personali, ho offerto i miei servizi professionali in tutta Italia, assistendo una grande varietà di aziende e di professionisti. Dal 2019 sono abilitato al MePa (Mercato elettronico della Pubblica Amministrazione) e sono DPO (Attestato Collegio Italiano Privacy). Ho ideato l’applicazione web AreaPrivacy con la mission di sostenere le aziende nel percorso di adeguamento al GDPR, fornendo uno strumento per far crescere l’attività in modo facile e sicuro.
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